ARTICOLI: CORRIERE DELLA SERA (19 Agosto 2009).
La raccolta dei suoni perduti.
Il musicista Fabio Pianigiani e il progetto di registrare il paesaggio sonoro: dal canto del gallo al calpestio dei passi.
La raccolta dei suoni perduti.
Il musicista Fabio Pianigiani e il progetto di registrare il paesaggio sonoro: dal canto del gallo al calpestio dei passi.
SIENA – L'archivio dei suoni perduti è per ora un database multimediale sul computer di Fabio Pianigiani, docente universitario e musicista, compositore di grandi successi scritti insieme a Gianna Nannini, Mario Castelnuovo, Riccardo Fogli e collaboratore di Franco Battiato. Poche registrazioni, che aumentano giorno dopo giorno, come un crescendo di una sinfonia ancora tutta da scrivere. C’è il suono di una corte toscana al mattino con il canto del gallo, il chiocciare delle galline, il calpestio della gente che cammina. C’è il suono del vento sulle Apuane che sembra un improbabile xilofono. E ancora la pioggia nella pineta della Versilia che ti proietta immediatamente nel tuo passato scolastico e nelle emozioni del decadente D’Annunzio.
SOUNDSCAPE - C’è tutto questo e molto altro ancora. E tantissimo ci sarà più avanti quando il progetto dell’Università di Siena, coordinato da Pianigiani, sarà concluso. L'idea è quella di creare un archivio multimediale dei suoni della natura e degli antichi manufatti che rischiano l’estinzione. E affiancarlo a un altro archivio dove la musica della natura e quella umana si fondono e diventano arte. «È ciò che è stato definito soundscape – spiega Pianigiani -, parola inglese che deriva da landscape (paesaggio), ovvero il paesaggio sonoro in cui viviamo, tutti quei suoni che circondano la nostra vita e compongono la colonna sonora della quotidianità. Sono semplici suoni della natura (acqua, vento, pioggia, ecc) o i suoni che caratterizzano la presenza dell’uomo».
CULTURA UMANA - Un concerto al quale purtroppo gli umani non danno la dovuta importanza. «Ed invece dobbiamo riconoscerli, ascoltarli e tutelarli – continua Pianigiani – perché fanno parte della nostra cultura umana e sono ecologia sonora». L'antropizzazione e l'inquinamento hanno cancellato suoni straordinari e altri sono a rischio. Dunque è arrivato il momento di immortalare queste emozioni. «Non solo per contribuire alla loro salvezza – spiega Fabio Roggiolani, leader dei Verdi toscani e presidente della Commissione sanità della Regione Toscana – I suoni della natura sono cosa viva e possono essere impiegati anche in medicina. Ci sono pagine e pagine di letteratura medica che dimostrano come l'ecologia sonora possa essere applicata in alcune terapie per creare un ambiente favorevole al malato. Noi abbiamo già un progetto per inserirla in alcune strutture sanitarie, tra le quali l’ospedale di Pitigliano, il primo nel quale convivono medicina tradizionale e alternativa».
NATURA - Tra i suoni che saranno campionati e catalogati quelli del Parco naturale della Maremma, con i suoi torrenti, i fruscii particolari provocate da piante autoctone alcune minacciate dall'estinzione. Poi toccherà alla vendemmia, nel Chianti e in altre aree dove i vigneti sono sovrani. E ancora saranno registrati i venti e gli animali delle Dolomiti, gli antichi mercati (Porta Portese a Roma, la Vucceria a Palermo), i suoni dei vecchi mestieri. Ci saranno anche le emozioni sonore delle manifestazioni popolari, come il Palio di Siena, delle risacche dei litorali minacciati dall'erosione, dei barconi di legno sui fiumi oggi sostituiti dai motoscafi in vetroresina. «Uno degli obiettivi del progetto è quello di è far conoscere la dimensione ecologica del suono – continua Pianigiani –. Le domande sono: conosciamo davvero i suoni di Madre Natura? Sappiamo interpretarli? E che effetti o sensazioni ci danno? Dunque, isolare i suoni e imparare a riconoscerli può essere importante anche per creare un mondo migliore».
Marco Gasperetti
SOUNDSCAPE - C’è tutto questo e molto altro ancora. E tantissimo ci sarà più avanti quando il progetto dell’Università di Siena, coordinato da Pianigiani, sarà concluso. L'idea è quella di creare un archivio multimediale dei suoni della natura e degli antichi manufatti che rischiano l’estinzione. E affiancarlo a un altro archivio dove la musica della natura e quella umana si fondono e diventano arte. «È ciò che è stato definito soundscape – spiega Pianigiani -, parola inglese che deriva da landscape (paesaggio), ovvero il paesaggio sonoro in cui viviamo, tutti quei suoni che circondano la nostra vita e compongono la colonna sonora della quotidianità. Sono semplici suoni della natura (acqua, vento, pioggia, ecc) o i suoni che caratterizzano la presenza dell’uomo».
CULTURA UMANA - Un concerto al quale purtroppo gli umani non danno la dovuta importanza. «Ed invece dobbiamo riconoscerli, ascoltarli e tutelarli – continua Pianigiani – perché fanno parte della nostra cultura umana e sono ecologia sonora». L'antropizzazione e l'inquinamento hanno cancellato suoni straordinari e altri sono a rischio. Dunque è arrivato il momento di immortalare queste emozioni. «Non solo per contribuire alla loro salvezza – spiega Fabio Roggiolani, leader dei Verdi toscani e presidente della Commissione sanità della Regione Toscana – I suoni della natura sono cosa viva e possono essere impiegati anche in medicina. Ci sono pagine e pagine di letteratura medica che dimostrano come l'ecologia sonora possa essere applicata in alcune terapie per creare un ambiente favorevole al malato. Noi abbiamo già un progetto per inserirla in alcune strutture sanitarie, tra le quali l’ospedale di Pitigliano, il primo nel quale convivono medicina tradizionale e alternativa».
NATURA - Tra i suoni che saranno campionati e catalogati quelli del Parco naturale della Maremma, con i suoi torrenti, i fruscii particolari provocate da piante autoctone alcune minacciate dall'estinzione. Poi toccherà alla vendemmia, nel Chianti e in altre aree dove i vigneti sono sovrani. E ancora saranno registrati i venti e gli animali delle Dolomiti, gli antichi mercati (Porta Portese a Roma, la Vucceria a Palermo), i suoni dei vecchi mestieri. Ci saranno anche le emozioni sonore delle manifestazioni popolari, come il Palio di Siena, delle risacche dei litorali minacciati dall'erosione, dei barconi di legno sui fiumi oggi sostituiti dai motoscafi in vetroresina. «Uno degli obiettivi del progetto è quello di è far conoscere la dimensione ecologica del suono – continua Pianigiani –. Le domande sono: conosciamo davvero i suoni di Madre Natura? Sappiamo interpretarli? E che effetti o sensazioni ci danno? Dunque, isolare i suoni e imparare a riconoscerli può essere importante anche per creare un mondo migliore».
Marco Gasperetti
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