mercoledì 11 febbraio 2009

COSCIENZA E NATURA
di Andrea Boni.

Le recenti scoperte della fisica moderna hanno evidenziato tutti i limiti del pensiero filosofico occidentale. Quelle che sembravano essere convinzioni consolidate, oggi vacillano sotto l’evidenza di nuove teorie che impongono una re-interpretazione delle relazioni tra corpo, psiche, coscienza e spiritualità.


Con la nascita della fisica classica, del metodo scientifico e nel secolo scorso del pensiero positivista, l’essere umano ha iniziato un percorso di scissione tra le discipline umanistiche e le discipline scientifiche. Il concetto di “metafisica” è stato associato a ad una scienza “non esatta”, in quanto non soggetta a protocolli di sperimentazione e ripetizione, e quindi non dimostrabile con teoremi matematici. Ciò ha inevitabilmente allontanato la filosofia, e come conseguenza la spiritualità, dal vissuto reale di ogni individuo, relegando ogni atto o pensiero religioso ad una mera esperienza di fede. “Si crede perché si ha fede”. Oggi si pensa che la fede sia un puro atteggiamento personale, e come tale sta diventando normale pensare che non deve influire nell’esperienza del vivere comune. Sono allora vietati i simboli religiosi nei luoghi pubblici, proibiti indumenti o vesti religiosi (come recentemente è avvenuto in Francia relativamente al velo islamico), addirittura si offusca il vero significato del Natale (in Inghilterra durante le celebrazioni del Santo Natale sono state eliminate le strenne natalizie dalle strade e ogni riferimento esplicito alla natività, introducendo un nuovo e curioso concetto di “Winter Festival”). Tutto questo è un tipico atteggiamento di una società materialistica, dove viene data eccessiva enfasi alla razionalità e allo sviluppo di facoltà superiori che attingono ad un piano egoico.

Un tale atteggiamento nasce principalmente con l’introduzione della fisica classica, ad opera dei grandi padri quali Cartesio, Galilei, Newton, ecc. Essi, sebbene grandi pensatori e convinti spiritualisti, come tutti i grandi iniziatori delle Scienze umane, fornirono teorie che furono successivamente mal interpretate sul piano filosofico. Una lettura attenta della genesi che ha caratterizzato l’evoluzione della filosofia delle Scienza mostra infatti che la causa principale dello stato attuale fortemente materialistico della nostra società, sia un atteggiamento meccanicistico nei confronti della scienza e della vita in generale. Oggi regna sovrano il pensiero meccanicistico. Secondo tale visione, in tutte le scienze, ogni fenomeno può essere modellato come un sistema in cui, date le condizioni iniziali, è possibile deterimanare con esattezza ogni evoluzione futura. Si pensi, per semplicità, ad un sistema meccanico in cui una massa M, connessa ad una molla, è libera di muoversi in un piano orizzontale. Una volta compressa la molla, determinata l’energia potenziale iniziale in base al coefficiente di compressione della molla stessa e determinato dalle sue caratteristiche tecnologiche, e conosciuto l’attrito del piano su cui scorre la massa, è possibile determinare, attraverso le leggi esposte da Newton, il moto nel tempo della massa M. Questa visione, nata appunto per descrivere la meccanica dei fenomeni fisici, è stata poi estesa a tutti gli altri fenomeni quali la termodinamica, l’elettromagnetismo, l’ottica, la teoria cinetica dei gas, seppur con le dovute modifiche in base ai diversi contesti applicativi. Più recentemente questo approccio è stato applicato anche a studi di biologia e alle neuroscienze, portando alla convinzione, in ultima analisi, che tutti gli esseri viventi non sono altro che “macchine”, con tutte le conseguenze sul piano sociale che sperimentiamo quotidianamente.

Come accennato all’inizio di questo articolo, tuttavia, alcune scoperte legate ai concetti di fisica quantistica hanno messo fortemente in discussione questa visione. Molti scienziati hanno rivisto completamente l’approccio filosofico, mentre altri stanno continuando ad intepretare i risultati della fisica quantisitica su un piano meccanicistico, con salti mortali teorici davvero curiosi e tutto sommato anche divertenti! Il fisico David Bohm ha messo in luce tutti i limiti di tali teorie, ed ha proposto un modello nuovo, con grosse ripercussioni sul piano sociale. Tale modello prevede l’esistenza di due piani su cui si manifestano i fenomeni fisici ed in cui si manifestano due diversi tipi di “ordini”. Essi sono comunemente indicati con “ordine implicito” (o implicato) e “ordine esplicito”. Il primo opera a livello quantico o sub-quantico. Qui la realtà è composta da un tutt’uno, dove di fatto tutte le entità sono tra loro collegate in un flusso continuo di coscienza. La coscienza Universale, e quella individuale, svolgono un ruolo fondamentale nel manifestare gli oggetti su un piano esplicito, dove “apparentemente” si manifestano le differenze di nomi e forme. Gli esseri allora “credono” di vivere esperienze separate, in un mondo definito “illusorio” perché soggetto alle forze entropiche del tempo, e quindi in continua trasformazione, proprio come i mulinelli di acqua di un torrente, che si formano e scompaiono dopo pochi secondi. In realtà, tali esseri sono strettamente collegati, e tutti gli eventi si manifestano come conseguenza di atti positivi o negativi che hanno la loro base nell’ordine implicito. Noi non siamo scollegati gli uni dagli altri, e non siamo scollegati da tutti i fenomeni naturali. Gli sconvolgimenti climatici non arrivano “a caso”, ma a seguito di una deliberata infrazione dell’ordine implicito.

Questa visione così aperta e universale, trova la sua validazione nel concetto di Dharma e di coscienza universale, stupendamente descritti nella letteratura Vedico-Puranica. L’essere moderno, grazie alle scoperte della fisica contemporanea opportunamente interpretate sul piano filosofico, ha la possibilità di riappropriarsi della sua natura ontologica, riscoprendo quegli insegnamenti che sono stati tramandati da millenni dai saggi dell’India classica. Questo Sapere, così ricco e universale, costituisce di fatto l’unica ancora di salvezza per l’uomo di oggi, così perso nelle reti della razionalità, che possono essere superate riscoprendo l’importanza del piano trascendente. Allora la spiritualità non diventa più un mero atto di fede, ma un’esperienza viva e reale, capace di modificare le coscienze e di portare visione e illuminazione.

Per approfondire:
M. Ferrini, L’uomo tra Terra e Cielo, Seminario residenziale, Luglio 2005.
D. Bohm, Casualità e Caso nella Fisica Moderna, TEA .

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