SCONVOLGIMENTI CLIMATICI E DHARMA.
di Andrea Boni.
di Andrea Boni.
Negli ultimi mesi siamo invasi da articoli o servizi che ci spiegano gli effetti sul clima dell’azione sconsiderata dell’uomo sulla natura. Per analizzare queste condizioni che coinvolgono tutti i paesi del mondo e per suggerire delle modalità di intervento operative vengono inoltre organizzate molte conferenze mondiali. La situazione è davvero preoccupante, e coinvolge direttamente la salute di pressoché tutta la popolazione mondiale. Per avere un’idea, Elena Dusi, in un articolo apparso su Repubblica il 27 Aprile 2007, evidenzia come “le estati torride che si stanno succedendo mettono a dura prova il sistema cardiocircolatorio. Gli inverni miti favoriscono invece il proliferare di agenti infettivi che credevamo relegati a latitudini tropicali. Il riscaldamento del clima fa sballare molti ingranaggi di quel delicato meccanismo che è il pianeta Terra. E le conseguenze iniziano a farsi sentire anche sulla salute umana. A soffrirne di più sono i paesi in via di sviluppo, con un'Africa minacciata da carestie e aumento delle infezioni. E un sud-est asiatico più esposto a eventi meteorologici estremi accompagnati da inondazioni e smottamenti. In Europa sono soprattutto le ondate di calore a spaventare. Nell'estate del 2003 i decessi legati alle alte temperature sono stati 35mila, soprattutto fra anziani e cardiopatici. Ma anche chi soffre di allergia ha poco da essere allegro. A causa delle temperature miti i pollini impregnano l'aria per un arco di tempo più lungo. L'inquinamento atmosferico e la presenza di ozono a bassa quota aggravano i casi di asma allergica e di broncopneumopatia cronica ostruttiva, la malattia tipica dei fumatori che riduce a un rivolo l'afflusso d'aria nei polmoni.” Un altro fattore di estremo interesse risiede nel fatto che fenomeni tipici delle zone tropicali si stanno affermando anche alle nostre latitudini: “La zanzara della malaria - forse la minaccia più grave per quanto riguarda le infezioni - ha raggiunto l'Europa nello scorso agosto. Come riferisce il Financial Times, in Corsica si è registrato il primo caso autoctono (con infezione avvenuta in loco) degli ultimi 35 anni. In un articolo pubblicato su The Lancet, Anthony McMichael dell'università di Canberra prevede un aumento del 16-28 per cento dei casi di malaria entro il 2100. "Anche gli agenti patogeni di salmonella e colera - prosegue lo studio - crescono più rapidamente a temperature maggiori". Al Gore, autore del recente documentario “Una verità scomoda”, in un articolo apparso su Repubblica il 1 Giugno 2007, evidenzia che il riscaldamento globale, causato in buona parte da attività umane, è effettivo e sta peggiorando assai rapidamente.
Al Gore afferma:
“ ... noi abbiamo radicalmente alterato il rapporto fondamentale tra esseri umani e Terra. Ciò è imputabile a una combinazione di fattori diversi. Primo: in un solo secolo la popolazione umana sul pianeta è quadruplicata. Erano occorse diecimila generazioni prima che la popolazione mondiale raggiungesse i due miliardi, soglia raggiunta quando è nata la mia generazione - quella dei baby-boomers. Adesso, nell'arco di una sola vita - la nostra - la popolazione mondiale sta passando da due a nove miliardi di individui (proiezione dei prossimi 45 anni). Abbiamo già superato la soglia dei 6,5 miliardi di persone […].
Secondo: la potenza delle nuove tecnologie oggi disponibili ha moltiplicato di migliaia di volte l'impatto che ciascun individuo può avere sul mondo naturale. Le nostre vecchie abitudini, un tempo in massima parte positive, adesso sono perseguite con tale accentuata intensità che siamo diventati un po' come il proverbiale “elefante in una cristalleria”. Terzo: l'insolita attenzione che riponiamo pensando a breve termine e perseguendo una gratificazione immediata - non solo come individui, ma, cosa più importante, nelle modalità di intervento dei mercati, delle economie nazionali e delle agende politiche - ha portato a un'esclusione sistematica delle conseguenze sul lungo periodo dalle nostre decisioni e dalle politiche che adottiamo.” Le conseguenze di questo rapporto radicalmente nuovo tra esseri umani e Terra sono devastanti: oggi non si parla neanche più tanto di rapporto, quanto di scontro. La comunità scientifica ci ha ormai sommersi di documentazioni di vario tipo a riprova dei terribili cambiamenti che stiamo arrecando al pianeta. È un po' la loro versione di chi grida le proprie verità dalla sommità dei tetti. E’ interessante leggere il breve resoconto dei diversi studi sugli sconvolgimenti climatici che si sono succeduti nei soli ultimi 15 anni. Nel 1992 è stato pubblicato uno studio che riporta “le informazioni desunte da una carota di ghiaccio risalente a 160.000 anni fa che dimostrava che i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre non erano mai stati più alti di quelli che avevamo al momento.” In un’altra edizione dello stesso studio pubblicata nel 2000, sono state pubblicati i risultati di uno studio condotto su una carota glaciale, risalente a 420.000 anni fa, dalla quale si perveniva alle medesime conclusioni. Adesso, dalle pagine di un nuovo studio pubblicato questo anno, è possibile constatare che gli attuali livelli di CO2 sono i più alti mai registrati in ben 650.000 anni! Al pari delle altre prove e documentazioni fornite, questo dato conduce esattamente alla stessa conclusione presentata nel libro di quindici anni fa. Solo che oggi le prove sono molto più schiaccianti.
Al Gore scrive:
“Dal 1992 a oggi quattro prestigiosi organismi scientifici hanno redatto nuovi compendi di studi che riportano un numero sbalorditivo di dati e hanno creato il più forte consenso immaginabile su queste questioni per ammonire i politici che devono prendere le decisioni: Il Panel Intergovernativo sul cambiamento del clima, formato da oltre duemila tra i più illustri esperti del mondo, ha redatto due voluminosi rapporti che giungono alla conclusione che gli esseri umani stanno avendo un forte impatto sul clima terrestre e che le terribili conseguenze di ciò sono percepibili già oggi. Gli scienziati inoltre illustrano nei dettagli le conseguenze infinitamente peggiori che avranno luogo in futuro se non si farà nulla per porre rimedio alla crisi del clima. L'Accademia Nazionale delle Scienze, il sistema aureo della ricerca statunitense, ha pubblicato numerosi studi, tra i quali uno del 2006 che sostiene che "probabilmente" stiamo vivendo il periodo più caldo sulla Terra degli ultimi due millenni. L'Accademia ha fornito consigli all'Amministrazione Bush su questioni chiave relative ai principi fondamentali del sistema climatico. L'U.S. Global Change Research Program ha pubblicato nel 2000 il suo National Assessment, nel quale illustra, per la prima volta, gli impatti regionali che avrà il cambiamento climatico in termini di geografia e di settori cruciali (quali l'agricoltura, la salute degli esseri umani, e le foreste) qui negli Stati Uniti. Nel 2004, è stato pubblicato l'Arctic Climate Impacts Assessment, nel quale si illustra in che modo le temperature artiche siano aumentante a un ritmo quasi doppio rispetto a quelle del resto del mondo, in gran parte perché la neve artica e il ghiaccio che riflettono la luce del Sole si stanno sciogliendo, lasciando dietro di sé terra scura e superfici di oceano, che a loro volta assorbono maggiormente il calore del Sole e riscaldano sempre più la regione. L'Assessment è altresì giunto alla conclusione che la riduzione dei ghiacciai marini diminuirà drasticamente l'habitat marino degli orsi polari, delle foche dei ghiacci e di qualche uccello marino, innescando l'estinzione di alcune specie. Oltre a questi studi principali, sono stati pubblicati altri documenti che come tessere di un mosaico hanno contribuito a formare un quadro più preciso della situazione. Tra questi ricordiamo: Uno studio del 2005 pubblicato su Nature ha stabilito che i livelli crescenti di anidride carbonica riducono i livelli di pH negli oceani, con la conseguenza che l'acqua diventa sempre più acida. Se questo ciclo dovesse continuare, alcuni organismi marini fondamentali quali i coralli e alcuni plankton (che costituiscono il primo anello della catena alimentare oceanica), andranno incontro a problemi nel mantenere e costruire i loro scheletri di carbonato di calcio. I risultati di questo studio indicano che queste condizioni potrebbero svilupparsi entro qualche decennio, e non tra qualche secolo come si è creduto in precedenza. Numerosi studi pubblicati su Science e un articolo pubblicato di recente sia su Nature sia su Geophysical Research Letters conferma l'emergente consenso della comunità climatica sul fatto che il cambiamento del clima sta riscaldando le acque degli oceani, esacerbando di conseguenza l'energia distruttiva degli uragani. Uno studio del luglio 2006 pubblicato su Geophysical Research Letters riferisce che i ghiacciai alpini in Europa potrebbero sparire quasi del tutto entro questo stesso secolo. Infine, dato forse più allarmante di tutti, la Nasa ha registrato alcune immagini dai satelliti dalle quali si può notare che la coltre di ghiaccio della Groenlandia è molto più instabile di quanto si supponesse finora. I ricercatori di Harvard hanno raccolto le prove di terremoti verificatisi nel ghiaccio che hanno fatto registrate scosse tra i 4,0 e i 5,0 gradi della scala Richter. Ciò si somma al collasso di parti di ghiaccio vaste quanto Rhode Island che si sono staccate dalle penisola antartica, dando vita a ulteriori preoccupazioni per la stabilità dello strato di ghiaccio dell'Antartico Occidentale. Se dovessimo destabilizzare e lasciar sciogliere la coltre di ghiaccio alta tremila metri che ricopre la Groenlandia o una parte dell'altrettanto enorme massa di ghiaccio dell'Antartico Occidentale, in entrambi i casi il livello delle acque oceaniche salirebbe in tutto il mondo di oltre sei metri” Queste descrizioni apocalittiche, davvero paurose, sebbene precise dal punto di vista dell’analisi, come spesso accade, mancano però di sintesi. Il problema vero infatti è uno solo: il mancato rispetto del Dharma. Nella cultura Indovedica è ben nota la relazione tra natura e Dharma, tra sconvolgimenti climatici e Dharma. In particolare è noto che gli sconvolgimenti climatici avvengono a seguito di una deliberata infrazione dell’ordine cosmico da parte degli esseri umani. Nello Shrimad Bhagavatam, Primo Canto, Capitolo 14, viene descritto lo stato d’animo del re Yudhisthira in attesa di suo fratello Arjuna, che si era recato a far visita a Krishna, nella città di Dvaraka. A quel tempo Krishna aveva ormai compiuto la Sua Missione sulla terra e, attraverso un lila Divino, aveva lasciato il pianeta. Finché Krishna era rimasto sul pianeta il Dharma veniva seguito in modo rigoroso, e tutto era in armonia. Ma a seguito della Sua “scomparsa” ha inizio ufficialmente l’era di Kali, che porta sventura e una progressiva infrazione del Dharma. L’uomo perde la propria relazione con il Supremo e, agendo in modo egoico, diventa avido di potere materiale, illuso di poter dominare la Natura, e così facendo perde tutte le sue qualità più profonde che lo legano all’ordine universale e come coseguenza a Dio. Ciò è ben rappresentato dalle sensazioni che prova Yudhisthira quando non vede arrivare Arjuna. Maharaja Yudhishthira cominciò ad osservare cattivi e paurosi presagi osservando la Natura (SB I.14.2):
“Egli vide che la direzione del tempo eterno era cambiata, e questo procurava molta paura. Vide irregolarità nello svolgimento naturale delle stagioni. Le persone in generale erano diventate molto avide, sempre in collera e disoneste. Vide che vivevano in maniera incivile.” (SB I.14.3).
In generale, quando l’essere umano è sconnesso dalla relazione d’amore che lo lega al Signore, se ne avvertono i sintomi nello sconvolgimento del flusso regolare delle stagioni, nel dilagare dei mezzi disonesti di vita, nell’avidità e nella collera che diventano predominanti. Il Dharma è l’ordine cosmico che sostiene l’intero universo, ma se viene “calpestato” si manifestano inevitabilmente le coseguenze devastanti. Le corrette ed utili analisi che ci vengono riportate oggi mancano di questo fondamentale dato: l’Uomo non può prescindere da un’aderenza a valori etici elevati, e un atteggiamento egoico nei confronti della vita è la vera causa dei suoi problemi. Prima di cercare cure esteriori materiali, quindi, occorre cercare cure interiori, come spiegato stupendamente da Krishna Stesso nella Bhagavad-Gita. In quel modo anche l’ordine cosmico sarà naturalmente ripristinato.
Al Gore afferma:
“ ... noi abbiamo radicalmente alterato il rapporto fondamentale tra esseri umani e Terra. Ciò è imputabile a una combinazione di fattori diversi. Primo: in un solo secolo la popolazione umana sul pianeta è quadruplicata. Erano occorse diecimila generazioni prima che la popolazione mondiale raggiungesse i due miliardi, soglia raggiunta quando è nata la mia generazione - quella dei baby-boomers. Adesso, nell'arco di una sola vita - la nostra - la popolazione mondiale sta passando da due a nove miliardi di individui (proiezione dei prossimi 45 anni). Abbiamo già superato la soglia dei 6,5 miliardi di persone […].
Secondo: la potenza delle nuove tecnologie oggi disponibili ha moltiplicato di migliaia di volte l'impatto che ciascun individuo può avere sul mondo naturale. Le nostre vecchie abitudini, un tempo in massima parte positive, adesso sono perseguite con tale accentuata intensità che siamo diventati un po' come il proverbiale “elefante in una cristalleria”. Terzo: l'insolita attenzione che riponiamo pensando a breve termine e perseguendo una gratificazione immediata - non solo come individui, ma, cosa più importante, nelle modalità di intervento dei mercati, delle economie nazionali e delle agende politiche - ha portato a un'esclusione sistematica delle conseguenze sul lungo periodo dalle nostre decisioni e dalle politiche che adottiamo.” Le conseguenze di questo rapporto radicalmente nuovo tra esseri umani e Terra sono devastanti: oggi non si parla neanche più tanto di rapporto, quanto di scontro. La comunità scientifica ci ha ormai sommersi di documentazioni di vario tipo a riprova dei terribili cambiamenti che stiamo arrecando al pianeta. È un po' la loro versione di chi grida le proprie verità dalla sommità dei tetti. E’ interessante leggere il breve resoconto dei diversi studi sugli sconvolgimenti climatici che si sono succeduti nei soli ultimi 15 anni. Nel 1992 è stato pubblicato uno studio che riporta “le informazioni desunte da una carota di ghiaccio risalente a 160.000 anni fa che dimostrava che i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre non erano mai stati più alti di quelli che avevamo al momento.” In un’altra edizione dello stesso studio pubblicata nel 2000, sono state pubblicati i risultati di uno studio condotto su una carota glaciale, risalente a 420.000 anni fa, dalla quale si perveniva alle medesime conclusioni. Adesso, dalle pagine di un nuovo studio pubblicato questo anno, è possibile constatare che gli attuali livelli di CO2 sono i più alti mai registrati in ben 650.000 anni! Al pari delle altre prove e documentazioni fornite, questo dato conduce esattamente alla stessa conclusione presentata nel libro di quindici anni fa. Solo che oggi le prove sono molto più schiaccianti.
Al Gore scrive:
“Dal 1992 a oggi quattro prestigiosi organismi scientifici hanno redatto nuovi compendi di studi che riportano un numero sbalorditivo di dati e hanno creato il più forte consenso immaginabile su queste questioni per ammonire i politici che devono prendere le decisioni: Il Panel Intergovernativo sul cambiamento del clima, formato da oltre duemila tra i più illustri esperti del mondo, ha redatto due voluminosi rapporti che giungono alla conclusione che gli esseri umani stanno avendo un forte impatto sul clima terrestre e che le terribili conseguenze di ciò sono percepibili già oggi. Gli scienziati inoltre illustrano nei dettagli le conseguenze infinitamente peggiori che avranno luogo in futuro se non si farà nulla per porre rimedio alla crisi del clima. L'Accademia Nazionale delle Scienze, il sistema aureo della ricerca statunitense, ha pubblicato numerosi studi, tra i quali uno del 2006 che sostiene che "probabilmente" stiamo vivendo il periodo più caldo sulla Terra degli ultimi due millenni. L'Accademia ha fornito consigli all'Amministrazione Bush su questioni chiave relative ai principi fondamentali del sistema climatico. L'U.S. Global Change Research Program ha pubblicato nel 2000 il suo National Assessment, nel quale illustra, per la prima volta, gli impatti regionali che avrà il cambiamento climatico in termini di geografia e di settori cruciali (quali l'agricoltura, la salute degli esseri umani, e le foreste) qui negli Stati Uniti. Nel 2004, è stato pubblicato l'Arctic Climate Impacts Assessment, nel quale si illustra in che modo le temperature artiche siano aumentante a un ritmo quasi doppio rispetto a quelle del resto del mondo, in gran parte perché la neve artica e il ghiaccio che riflettono la luce del Sole si stanno sciogliendo, lasciando dietro di sé terra scura e superfici di oceano, che a loro volta assorbono maggiormente il calore del Sole e riscaldano sempre più la regione. L'Assessment è altresì giunto alla conclusione che la riduzione dei ghiacciai marini diminuirà drasticamente l'habitat marino degli orsi polari, delle foche dei ghiacci e di qualche uccello marino, innescando l'estinzione di alcune specie. Oltre a questi studi principali, sono stati pubblicati altri documenti che come tessere di un mosaico hanno contribuito a formare un quadro più preciso della situazione. Tra questi ricordiamo: Uno studio del 2005 pubblicato su Nature ha stabilito che i livelli crescenti di anidride carbonica riducono i livelli di pH negli oceani, con la conseguenza che l'acqua diventa sempre più acida. Se questo ciclo dovesse continuare, alcuni organismi marini fondamentali quali i coralli e alcuni plankton (che costituiscono il primo anello della catena alimentare oceanica), andranno incontro a problemi nel mantenere e costruire i loro scheletri di carbonato di calcio. I risultati di questo studio indicano che queste condizioni potrebbero svilupparsi entro qualche decennio, e non tra qualche secolo come si è creduto in precedenza. Numerosi studi pubblicati su Science e un articolo pubblicato di recente sia su Nature sia su Geophysical Research Letters conferma l'emergente consenso della comunità climatica sul fatto che il cambiamento del clima sta riscaldando le acque degli oceani, esacerbando di conseguenza l'energia distruttiva degli uragani. Uno studio del luglio 2006 pubblicato su Geophysical Research Letters riferisce che i ghiacciai alpini in Europa potrebbero sparire quasi del tutto entro questo stesso secolo. Infine, dato forse più allarmante di tutti, la Nasa ha registrato alcune immagini dai satelliti dalle quali si può notare che la coltre di ghiaccio della Groenlandia è molto più instabile di quanto si supponesse finora. I ricercatori di Harvard hanno raccolto le prove di terremoti verificatisi nel ghiaccio che hanno fatto registrate scosse tra i 4,0 e i 5,0 gradi della scala Richter. Ciò si somma al collasso di parti di ghiaccio vaste quanto Rhode Island che si sono staccate dalle penisola antartica, dando vita a ulteriori preoccupazioni per la stabilità dello strato di ghiaccio dell'Antartico Occidentale. Se dovessimo destabilizzare e lasciar sciogliere la coltre di ghiaccio alta tremila metri che ricopre la Groenlandia o una parte dell'altrettanto enorme massa di ghiaccio dell'Antartico Occidentale, in entrambi i casi il livello delle acque oceaniche salirebbe in tutto il mondo di oltre sei metri” Queste descrizioni apocalittiche, davvero paurose, sebbene precise dal punto di vista dell’analisi, come spesso accade, mancano però di sintesi. Il problema vero infatti è uno solo: il mancato rispetto del Dharma. Nella cultura Indovedica è ben nota la relazione tra natura e Dharma, tra sconvolgimenti climatici e Dharma. In particolare è noto che gli sconvolgimenti climatici avvengono a seguito di una deliberata infrazione dell’ordine cosmico da parte degli esseri umani. Nello Shrimad Bhagavatam, Primo Canto, Capitolo 14, viene descritto lo stato d’animo del re Yudhisthira in attesa di suo fratello Arjuna, che si era recato a far visita a Krishna, nella città di Dvaraka. A quel tempo Krishna aveva ormai compiuto la Sua Missione sulla terra e, attraverso un lila Divino, aveva lasciato il pianeta. Finché Krishna era rimasto sul pianeta il Dharma veniva seguito in modo rigoroso, e tutto era in armonia. Ma a seguito della Sua “scomparsa” ha inizio ufficialmente l’era di Kali, che porta sventura e una progressiva infrazione del Dharma. L’uomo perde la propria relazione con il Supremo e, agendo in modo egoico, diventa avido di potere materiale, illuso di poter dominare la Natura, e così facendo perde tutte le sue qualità più profonde che lo legano all’ordine universale e come coseguenza a Dio. Ciò è ben rappresentato dalle sensazioni che prova Yudhisthira quando non vede arrivare Arjuna. Maharaja Yudhishthira cominciò ad osservare cattivi e paurosi presagi osservando la Natura (SB I.14.2):
“Egli vide che la direzione del tempo eterno era cambiata, e questo procurava molta paura. Vide irregolarità nello svolgimento naturale delle stagioni. Le persone in generale erano diventate molto avide, sempre in collera e disoneste. Vide che vivevano in maniera incivile.” (SB I.14.3).
In generale, quando l’essere umano è sconnesso dalla relazione d’amore che lo lega al Signore, se ne avvertono i sintomi nello sconvolgimento del flusso regolare delle stagioni, nel dilagare dei mezzi disonesti di vita, nell’avidità e nella collera che diventano predominanti. Il Dharma è l’ordine cosmico che sostiene l’intero universo, ma se viene “calpestato” si manifestano inevitabilmente le coseguenze devastanti. Le corrette ed utili analisi che ci vengono riportate oggi mancano di questo fondamentale dato: l’Uomo non può prescindere da un’aderenza a valori etici elevati, e un atteggiamento egoico nei confronti della vita è la vera causa dei suoi problemi. Prima di cercare cure esteriori materiali, quindi, occorre cercare cure interiori, come spiegato stupendamente da Krishna Stesso nella Bhagavad-Gita. In quel modo anche l’ordine cosmico sarà naturalmente ripristinato.
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