Perdonare un torto non solo solleva simbolicamente la coscienza, ma scientificamente aiuta a stare meglio: lo dimostra la risonanza magnetica funzionale, almeno secondo una ricerca condotta dal dipartimento diMedicina di laboratorio e diagnostica molecolare dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana intitolato 'The Moral Brain: an fMRI study of the neural bases of forgiveness and unforgiveness in humans', premiato con il primo premio per giovani ricercatori dalla 'Fondazione Giannino Bassetti'. Nello studio i ricercatori hanno utilizzato metodiche di risonanza magnetica cerebrale funzionale (fMRI) per esaminare le basi cerebrali che sottendono distinte scelte morali. "Ci siamo chiesti - spiega Giuseppina Rota, assegnista di ricerca nel laboratorio del professor Pietrini e primo autore della ricerca - cosa succede nel cervello quando un individuo che ha subito un torto da una persona a cui è legato deve decidere come superare la situazione di conflitto, se perdonare o meno la persona". Studiando le connessioni funzionali del cervello nelle diverse situazioni, i ricercatori hanno dimostrato che complesse reti di aree cerebrali coinvolte nei processi decisionali, nelle teorie della mente e nella regolazione emotiva dialogano intensamente tra loro nel prendere una o l'altra decisione. "Perdonare permette di superare una situazione di stallo che, se protratta, porterebbe altrimenti ad un'alterazione dell'omeostasi biochimica e psicologica dell'individuo", spiega Emiliano Ricciardi, coautore dello studio. In pratica, i circuiti coinvolti nell'empatia sono chiamati in causa quando si perdona, come se 'calarsi nei panni altrui' potesse aiutare a comprendere le ragioni di chi ci ha offesi e, quindi, a perdonare.
lunedì 7 giugno 2010
PERDONARE UN TORTO AIUTA A STARE MEGLIO, LO DICE LA SCIENZA. STUDIO DI RICERCATORI PISANI SULLA RISONANZA MAGNETICA FUNZIONALE.
Perdonare un torto non solo solleva simbolicamente la coscienza, ma scientificamente aiuta a stare meglio: lo dimostra la risonanza magnetica funzionale, almeno secondo una ricerca condotta dal dipartimento diMedicina di laboratorio e diagnostica molecolare dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana intitolato 'The Moral Brain: an fMRI study of the neural bases of forgiveness and unforgiveness in humans', premiato con il primo premio per giovani ricercatori dalla 'Fondazione Giannino Bassetti'. Nello studio i ricercatori hanno utilizzato metodiche di risonanza magnetica cerebrale funzionale (fMRI) per esaminare le basi cerebrali che sottendono distinte scelte morali. "Ci siamo chiesti - spiega Giuseppina Rota, assegnista di ricerca nel laboratorio del professor Pietrini e primo autore della ricerca - cosa succede nel cervello quando un individuo che ha subito un torto da una persona a cui è legato deve decidere come superare la situazione di conflitto, se perdonare o meno la persona". Studiando le connessioni funzionali del cervello nelle diverse situazioni, i ricercatori hanno dimostrato che complesse reti di aree cerebrali coinvolte nei processi decisionali, nelle teorie della mente e nella regolazione emotiva dialogano intensamente tra loro nel prendere una o l'altra decisione. "Perdonare permette di superare una situazione di stallo che, se protratta, porterebbe altrimenti ad un'alterazione dell'omeostasi biochimica e psicologica dell'individuo", spiega Emiliano Ricciardi, coautore dello studio. In pratica, i circuiti coinvolti nell'empatia sono chiamati in causa quando si perdona, come se 'calarsi nei panni altrui' potesse aiutare a comprendere le ragioni di chi ci ha offesi e, quindi, a perdonare.
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