martedì 19 ottobre 2010

LA COSCIENZA SI TROVA NEL CERVELLO? a cura di Andrea Boni.

A seguito di un articolo pubblicato su questo blog, consultabile QUI.

Ho ricevuto alcuni commenti molto interessanti e consultabili presso lo stesso link. Fornisco anche qui di seguito la mia risposta in modo tale che possa essere condivisa da un pubblico più ampio, e quindi eventualmente coinvolgere altri interessati a fornire il proprio punto di vista.
Gentilissimo/a Amico/a, prima di tutto grazie per gli argomenti proposti, per l'analisi effettuata e per lo stimolo ad una utile discussione che nel nostro intento è veramente costruttiva quando include una varietà di punti di vista. Come studioso di una Cultura Millenaria, tengo a rimarcare il fatto che la Tradizione da noi divulgata non intende sostituire conoscenze acquisite in secoli di studi occidentali, bensì ritengo che possa fornire una prospettiva che integri i risultati ottenuti ad oggi, fornendo un punto di vista utile alla Scienza moderna, non per negarne i risultati, ma appunto per comprenderli e contestualizzarli in una prospettiva olistica, che tenga di conto non solo dell'aspetto fisico e psichico, ma anche e soprattutto spirituale. Aspetto che purtroppo oggi è decisamente trascurato, sebbene sia essenziale per il benessere globale della persona. Ciò è lo scopo principale del Centro Studi Bhaktivedanta. Questo per dirle che concordo con la maggior parte della sua analisi, tenuto anche conto del fatto che conosco ed apprezzo il lavoro prodotto da Damasio nei suoi importanti anni di ricerca, sebbene ci siano tante altre ricerche che pongono dei dubbi circa parte delle sue teorie (http://www.robertoalmada.it/userfiles/file/Antonio%20Damasio(1).pdf). In lui ho riscontrato diversi punti che possono essere ritrovati nella Psicologia dello Yoga. Per esempio, i marcatori somatici di Damasio vengono definiti “samskara” nella Scienza dello Yoga, le traccie di memoria latenti. Impressioni di azioni passate, che come dei solchi rimangono impressi nella memoria profonda del soggetto, provocando un condizionamento psichico e ovviamente fisico. Lo Yoga, pertanto, non nega le affermazioni da lei citate, ma le contestualizza e le amplia. Ad esempio, il concetto di “mente” occidentale, nello Yoga assume un significato più esteso. Si parla di mente (manas) per esprimere quella facoltà psichica connessa ai cinque sensi, una sorta di raccoglitore di dati provenienti dall'esterno. Si parla poi di intelletto (buddhi), come della facoltà psichica discernente. C'é poi la mente profonda (karmashaya), ciò che qui in occidente è stato scoperto essere l'inconscio, dove risiedono i samskara, le memorie latenti delle esperienze passate che creano le tendenze (vasana) e, di fatto, danno struttura alla nostra personalità. Naturalmente c'è anche l'ego (ahamkara), la visione distorta di sé, la falsa identificazione con corpo e psiche. Questi involucri psichici sono da considerarsi come parte integrante del corpo (sharira), sebbene di natura materiale sottile, di cui la struttura celebrale ne è parte. Le sinapsi sono come un ingranaggio del corpo-macchina, che se sono connesse in un certo modo daranno origine ad una funzionalità-comportamento, se sono connesse in un altro daranno origine ad un'altra funzionalità-comportamento. Proprio come gli ingranaggi di una macchina nei quali fluisce corrente: se connessi in un certo modo l'ingranaggio produrrà calore (una stufa), se connessi in un altro l'ingranaggio produrrà fresco (un frigorifero ad esempio). Mi perdoni il paragone Ingegneristico, ma questo è ciò che può produrre un Ingegnere come me nel tentativo di farle capire che la corrente è sempre la stessa sia che scorra in un frigorifero sia che scorra in una stufa! E' l'ingranaggio opportuno che la fa manifestare (l'effetto) in modalità diversa. Ecco per la coscienza funziona allo stesso modo (con i dovuti cambi di paragone …). Cit è la coscienza pura dell'atman, il sé trascendente, oltre corpo e psiche (si, non ci sono prove “scientifiche” della sua esistenza forse, ma non ci sono neanche prove scientifiche della sua non esistenza … ma d'altra parte la Scienza quante cose del mondo ancora non conosce? La visione empirica è così limitata!). Quando la coscienza pura si trova incapsulata in una matrice materiale, con tutte le sue connessioni e le sue sinapsi, si manifesta a livello condizionato (la corrente che produce freddo o caldo a seconda dei diversi ingranaggi …). La Coscienza pura, spirituale, è l'essenza stessa della vita, l'amore che muove tutto nel creato, l'effetto sintropico che si oppone all'effetto entropico della materia. Scopo della vita è riacquisire questo tesoro che giace proprio dentro di noi, l'individuazione di sé, per dirla alla Jung, il Kaivalya di Patanjali o il Nirvana dei Buddhisti, la scoperta del Corpo di gloria dei Cristiani, ecc.... Si tratta di cercare di vedere un pochino oltre il mero aspetto empirico, che, badi, è utilissimo, ma non è sufficiente per una comprensione più vasta e accurata del fenomeno coscienza.